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- Category: Luoghi
- Published: Tuesday, 09 April 2013 09:43
- Written by Super User
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A circa 300 km a nord di Città del Messico si trova un Municipio ricco di varietà botaniche succulente: Cadereyta de Montes.
Dei 18 Municipi che compongono lo Stato di Queretaro è il più esteso ed è situato a 1850 mt slm.
Il territorio presenta a nord la catena montuosa della Sierra Gorda (molto boschiva) mentre a sud il grande lago formato dai fiumi Zimapan-Moctezuma che segna il confine con lo Stato di Hidalgo. Il paese negli ultimi anni ha avuto un grande sviluppo e varie attività industriali sono sorte dando occupazione a molte persone.
Si possono trovare ristoranti, alberghi, un Giardino Botanico di buon livello , una collezione privata di cactacee del Dott. Schmoll, visitabile, con produzione e vendita di piante,un mercato giornaliero grande e molto affollato.
Anni fa' abbiamo conosciuto Lucas, proprietario del ristorante "El Valle", che era uno studente d'italiano. Diventati amici, è diventata consuetudine, quando andiamo in Messico, sempre che l'itinerario lo consenta, andare a trovarlo l'ultimo giorno del viaggio per passare assieme almeno la serata e fargli un ripasso d'italiano! Tra l'altro nel suo locale si mangia benissimo; unica nota dolente è che, essendo molto felice di rivederci, a fine pasto porta in tavola la migliore Tequila in commercio...e finché la bottiglia non è finita non ci lascia andare a dormire. Ne sanno qualche cosa gli amici Roberto ed Isabella che erano con noi nel 2010...é stata una serata molto euforica!!
In questo modo la zona l'abbiamo visitata ormai 5 volte, toccando luoghi diversi, trovando sempre cose interessanti.
Conosciuta dai cactofili poichè la sua costruzione ha pressochè distrutto l'habitat di specie interessanti: primo fra tutti l'Echinocactus grusonii. Questo era il solo sito conosciuto del suo habitat; la scoperta dell'Echinocactus aff. grusonii di San Juan Capistrano è relativamente recente e quando si costruii la diga non lo si conosceva. Per il salvataggio della specie il Municipio di Cadereyta mise in atto un programma di recupero e spostamento di centinaia di esemplari da dare ai giardini botanici messicani primo fra tutti quello di Città Queretaro; sfortunatamente le nuove condizioni ambientali non furono gradite dalle piante che morirono in gran numero. Ora sappiamo che molti esemplari sono sopravvisuti in situ sulle pareti a strapiombo e negli anni si sono moltiplicati adattandosi alle nuove condizioni climatiche più umide, causate dal grande invaso.
Qui ci sono accaduti due episodi degni di essere raccontati.
Il primo nell'anno 1997 con gli amici Anna e Mauro avevamo come al solito noleggiato un furgone Volkswagen a Città del Messico. Purtroppo per vari motivi ci avevano rifilato un "mezzo catorcio" e quando arrivammo sopra la diga pensò bene di lasciarci a piedi. Essendo la diga un possibile bersaglio di attentati (il Messico non è politicamente molto tranquillo..) c'erano dei militari di guardia: quando videro il furgone fermo arrivarono di corsa puntandoci le armi, Moreno che era già steso sotto il mezzo per valutare il guasto fu fatto uscire con la canna del fucile carico puntata al petto. Dopo aver dato tutte le spiegazioni del caso i militari stessi ci procurarono gli attrezzi che servivano a Moreno per riparare l'acceleratore: ricordare la scena con tre persone a braccia alzare e uno steso a terra tutti con le armi puntate non è troppo piacevole.
Il secondo episodio invece è molto più gratificante. La notizia che degli Echinocactus grusonii erano sopravissuti alla devastazione causata dalla costruzione della diga non era ancora circolata: solamente poche persone sapevano che a nord dell'invaso lungo le pareti del canyon c'erano ancora delle piante. Un giorno, di ritorno verso Cadereyta, ci accorgemmo che c'erano delle piante in parete che sembravano Echinocactus ma da lontano i Ferocactus glaucescens possono trarre in inganno. Purtroppo il posto era proprio dove si trovava il presidio dei militari, che, dopo averci visto fermare con l'auto, arrivarono subito per mandarci via; riuscii comunque a fare velocemente una foto e una volta tornati in Italia, ingrandendola al massimo, vedemmo che erano veramente grusonii.
Decidemmo che l'anno dopo avremmo tentato di trovarli. Parlando con Lucas ci informò che il piccolo paese di Tzibanza era conosciuto dagli appassionati di pesca ed i locali si erano attrezzati con tutto quello che serviva per la pratica di quest'attività comprese le barche. Spiegandogli cosa avevamo intenzione di fare prontamente contattò un suo conoscente che il giorno dopo ci portasse con la barca fino alla diga. Avevamo pensato che se dei grusonii erano a nord dell'invaso (in una parete verticale impossibile da scalare senza attrezzatura e con i militari che logicamente non ti avrebbero permesso l'ascesa..) forse con un pò di fortuna ne avremmo trovati anche a sud .
Era una giornata di sole, la barca correva veloce sopra l'acqua; arrivati dove la diga si vedeva chiaramente ci avvicinammo alla riva protetti da un promontorio ed ...erano là!! In alto, sopra le nostre teste,in parete verticale come sospesi nel cielo. Sbarcammo ed iniziò la non facile salita tra le rocce finché non arrivammo alle piante. Fu una grande gioia poterle vedere nel loro habitat. Con soddisfazione la popolazione godeva di buona salute essendo presenti esemplari sia giovani che vecchi.
Altre specie che finirono sott'acqua furono: lo Strombocactus disciformis,che per fortuna si trova in tanti altri posti della zona, la Mammillaria crinita ssp.scheivariana oltre a tante altre specie più comuni.
Piante presenti a nord ed a sud dell'invaso:
Agave xylonacantha,celsii. Ariocarpus kotschubeyanus ssp. elephantides. Astrophytum ornatum. Calibanus hookerii. Coryphantha octacantha, erecta, radians. Echinocactus grusonii, platyacanthus. Echeveria bifida, secunda. Euphorbia radians. Echinocereus cinerascens. Echinofossulocactus ochoteraneus, lamellosus. Erythrina coralloides. Ferocactus echidne, latispinus, hystrix, glaucescens. Mammillaria cadereytensis, longimamma, geminispina, perbella, elongata, herrerae, compressa, vagaspina, obconella, uncinata, sempervivi. Myrtillocactus geometrizans. Neolloydia conoidea. Opuntia robusta. Pachyphytum oviferum. Plumeria sp. Stenocereus dumortieri. Strombocactus disciformis ssp. jarmillae. Thelocactus leucacanthus, leucacanthus ssp. schmollii, hastifer. Wilcoxia schmollii.
Proseguendo la strada verso nord si trova la deviazione per S. Joaquin, da qui si arriva al sito archeologico preispanico di Toluquilla del 400 d.c., non molto conosciuto ma in buono stato di conservazione. Sempre nelle vicinanze di S. Joaquin, sorge su due colline un'altro sito archeologico, più piccolo, immerso nella fitta vegetazione:Ranas.
Ritornando a Cadereyta, andando verso ovest il Picco Bernal, simbolo della zona, riserva piacevoli sorprese.
Il paesino ristutturato accoglie i visitatori con molti negozietti di prodotti locali e buoni ristoranti ed hotels. Durante i fine settimana e i periodi di ferie c'é sempre un sacco di gente che viene a visitarlo.
Il Picco Bernal è il terzo monolite più grande al mondo ed i visitatori sono sopratutto appassionati scalatori che tentano la salita alle sue pareti verticali.
Arrivando fino a Peña Miller si possono incontrare:
Agave attenuata. Astrophytum ornatum. Coryphantha erecta. Echinocactus platyacanthus. Echinocereus cinerascens, pentalophus. Echeveria bifida. Erythrina coralloides. Ferocactus latispinus, histrix. Fouquieria splendens. Mammillaria pseudocrucigera, bernalensis, parkinsonii, perbella, crinita. Neolloydia conoidea. Lophophora williamsii. Thelocactus leuchacanthus, leuchacanthus ssp. schmollii. Turbinicarpus pseudomachrochele. Strombocactus disciformis ssp. jarmillae, corregidorae. Sedum glabrum.
Continuando verso nord, fuori dal municipio di Cadereyta, ma degna di essere menzionata, c'é la Mission de Bucareli.
Percorrendo il cammino che, da Peña Miller va verso Jalpan, attraversando la Sierra Gorda, aspra e disabitata, c'é una deviazione al passo a mt. 2600 che ci fa giungere, dopo una discesa per una strada tutte curve, nel fondovalle. La sorpresa maggiore è il clima quasi tropicale, tanto da consentire, lungo il corso del fiume Estorax, la presenza di palme: cosa strana per l'ambiente arido dei dintorni. La Mission fondata dai francescani è patrimonio Unesco dal 2003, pur essendo in piena decadenza; ciò nonostante si erge maestosa sopra una bassa collina dominando il fondovalle. C'é una sorta di custode che, vedendo arrivare dei turisti, apre delle stanze adibite a museo dove la cosa più preziosa é una raccolta di libri antichi.
Piante presenti:
Agave attenuata. Echinocactus platyacanthus. Echeveria subrigida. Echinocereus penthalophus. Coryphantha erecta. Mammillaria bucareliensis. Thelocactus leuchacanthus. Sedum sp. Strombocactus disciformis.
Pensiero finale...un altro luogo del Messico che merita una visita considerando che e' uno dei posti dello Stato con il più alto tasso di varietà succulente insieme ad Oaxaca.
E ORA GODETEVI LA GALLERIA FOTOGRAFICA (Cliccando qui)
* nella mappe Willy segnalera la zona di cui stiamo parlando