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- Categoria: I Nostri Viaggi
- Pubblicato: Sabato, 01 Gennaio 2022 09:48
- Scritto da Elvia
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Era tempo di cambiare meta.
Dopo tanto Messico era arrivato il momento di cercare altri luoghi da esplorare. Pensando alle piante da noi preferite, uno dei generi più amati sono le opunziacee, decidemmo di guardare verso il sud del continente americano. Informandoci delle specie presenti nei vari Stati sciegliemmo l'Argentina. Fine ottobre è un buon periodo per recarvisi, considerando che là é piena primavera.
Il volo Iberia da Madrid per Buenos Aires era in perfetto orario. Avevamo deciso di arrivare nella capitale per poterla visitare prima di ripartire. Presa l'auto a noleggio e sbrigato alcune formalità siamo partiti verso il Nord, passando per le città di Rosario, Cordoba fino a Tucuman dove cominciò la ricerca di piante.
Prima città base Salta: tipico stile spagnoleggiante, pulita, accogliente e con varie possibilità di pernottamento...anche per quel che riguarda i ristoranti ci siamo trovati molto bene.
La prima zona visitata è la Quebrada del Toro, da qui, percorrendo la statale 51, si arriva al confine con il Chile; inoltre c'è un treno per i turisti "Tren a las Nubes" (letteralmente treno per le nuvole) che è la tratta ferroviaria più famosa del paese: risale la coloratissima Quebrada fino allo stupefacente viadotto, La Polvorilla, alto 64 mt e lungo 224 mt che attraversa una vastissima gola deserta.
Quando siamo partiti di prima mattina c'era un tempo nuvoloso ed incerto ma a mano a mano che salivamo passati i mt. 2000 il sole illuminava lo splendido paesaggio che si apriva ai nostri occhi.
La prima popolazione di Gymnocalcium spegazzini incontrata fu una delusione: le piante erano tutte ricoperte da una specie di ruggine e non solo loro ma anche il resto della vegetazione succulenta (Tunilla, Parodia, etc) ma dopo alcuni chilometri il secondo incontro con questa specie ci lasciò a bocca aperta... le piante erano bellissime.
Per chi ama le spine penso siano state tra i più bei esemplari di cactus mai visti: da far invidia a molte specie messicane!
Tante le varietà trovate tra paesaggi bellissimi:
Rebutia minuscola, Cleistocactus hyalacanthus, Trichocereus terscheckii, Trichocereus poca, Trichocereus pasacana, Tunilla corrugata, Lobivia ferox, Eriosyce umadeave, Cumulopuntia boliviana, Cumulopuntia boliviana ssp dactylifera, Gymnocalycium spegazzini, Parodia aureicentra, Parodia nivosa, etc.
Lungo strada si arriva al sito archeologico di S. Rosa de Tastil in posizione panoramica nella cima di un monte... sicuramente da vedere.
Le Quebrade sono le grandi vallate che solcano le Ande con strade dalle 1000 curve (non consigliabili a chi soffre di mal d'auto..).
Visitati i dintorni della città, trascorsi alcuni giorni, saliamo nella provincia di Jujuy, che confina a nord con la Bolivia ed a ovest con il Chile.
Una volta arrivati a La Quiaca, dove c'é il valico per passare in Bolivia abbiamo trovato un buon hotel per alcuni giorni.
La cittadina non è troppo bella, ma nei dintorni c'é Yavi un piccolo villaggio suggestivo e tipicamente indigeno; all'interno di questo piccolo paesino c'é una magnifica chiesa del XVII secolo.
Con brevi passeggiate si arriva nella zona dei Cerros Colorados dove si trovano pitture rupestri e petroglifi.
Le piante facilmente osservabili nella zona sono:
Tephrocactus weberi, Tephro. nigrispinus, Lobivia pungionacantha, Lobivia ferox, Parodia maassii, Cumulopuntia boliviana, Orocereus celsianus, Orocereus trollii, Tunilla tilcarensis, Maihueniopsis hypogaea, etc.
...e poi (finalmente) gli animali: lama, vigogna, nandù, etc....tutti una meraviglia!
Ma la cosa che ci impressionò di più fu la vastità del territorio, gli spazi infiniti... per noi non c'é confronto: il Nord America non è paragonabile a tutti ciò che abbiamo visto qui.
Chilometri e chilometri tra montagne dai colori meravigliosi e la solitudine.Noi, il territorio... nient'altro.
Tentiamo di andare a Laguna Pozuelos ma alla nostra auto (una normale utilitaria) escono di continuo le marce a causa della carreggiata dissestata ed alla fine dobbiamo desistere e tornare indietro.
Altra tappa a Humahuaca, piccolo paese molto suggestivo e con ristoranti deliziosi. Da qui si può arrivare a Iruya un paese che sembra sorgere alla fine del mondo: la strada di ghiaia sale verso un passo a 4000 mt di quota per poi scendere tortuosamente in un'altra vallata fino al grazioso villaggio che sorge su uno sperone di roccia attorniato da alte vette.
Seguendo sempre il Rio Grande si arriva a Purmamarca dai dintorni impareggiabili. Il Cerro des siete Colores lascia veramente a bocca aperta. Le sfumature delle roccie cambiano a seconda della luce... una vera meraviglia!
Nei dintorni si può visitare il sito archeologico di Tilcara.
Le Pucara erano le città quechua fortificate poste all'inizio o alla fine delle vallate tipiche della regione andina; quella di Tilcara è stata scoperta nel 1903 e restaurata negli anni '50, vale la pena visitarla. Maimara invece è famosa per il cimitero posto su alcune colline dove le sepolture sembrano fatte in piedi. Qui abbiamo trovato i Gymnocalycium saglionis più grandi e grossi del viaggio... alti quasi 1 metro!
Da Cafayate prendiamo la statale 52 che porta al Passo di Jama. La vallata è meravigliosa, saliamo fino alla Salinas Grandes: una distesa di sale a 2500 mt... impressionante!
Il paese di Susques ha una chiesa meravigliosa con il soffitto di legno di cactus (cardones) ed il pavimento di terra battuta.
Arrivati a Cafayate sono cominciate le dolenti note... mancava la benzina: abbiamo dovuto procurarci una tanica per la scorta e anche nei paesi vicini scarseggiava o addirittura mancava. Cosi dovemmo cambiare il giro per non rischiare di rimanere fermi alcuni giorni fino all'arrivo della benzina.
Scendemmo per la Quebrada de las Conchas sempre tra paesaggi mozzafiato. Arrivati in Catamarca la prima tappa fu il sito archeologico di Quilmes, molto ben tenuto, dove incontrammo un serpente che non sembrava innocuo
Quella mattina ci sembrava particolarmente calda: arrivammo nel pomeriggio a Belen per trovare un hotel dopodiché andammo al sito archeologico inca di Shincal, piccolo e non del tutto studiato. Arrivati all'ennesima irta scalinata (dopo averne già fatte una decina) desistemmo causa il caldo... mai successo in tanti anni di siti archeologici. Alla sera, dopo le 22, in paese i muri delle case erano ancora bollenti. La mattina dopo la padrona dell'hotel ci informò che il giorno prima il termometro era arrivato a 50 gradi... capii perché non eravamo saliti per quella scalinata...
Le piante della zona: Trichocereus strigosa, Trichocereus caudicans, Trichocereus huasca, Tephrocactus articulatus, Tephrocactus articulatus v.papyaracanthus, Trichocereus schickendantzii, Lobivia aurea, etc.
Ancora più a sud La Rioja. Il giro panoramico fino a Cuesta della Miranda è interessante,la strada stretta sterrata impegna un pò il guidatore ma offre dei bei scenari.
Piante presenti: Gymnocalycium schickendantzii, Gymno. kieslingii, Gymno. castellanosii, Eriosyce bulbocalix, Tephrocactus articulatus, Tunilla forma corrugata, Denmoza rhodacantha, Trichocereus schickendantzii, Stetsonia coryne, etc.
Per ritornare a Buenos Aires arriviamo a Cordoba passando per Le Cumbre, un posto molto conosciuto dagli appasionati del parependio, il paese è grazioso, si mangia bene ed anche qui ci sono alcune piante interessanti.
Siamo quasi alla fine andiamo a Rosario per due giorni perché Moreno voleva pescare nel Rio Paranà. Il ritorno nella capitale fila liscio, visitiamo la città ed il giorno dopo prendiamo il volo che ci riporta a casa.
Devo dire che l'Argentina mi è piaciuta tantissimo. Per me, classica "montanara" innamorata da sempre di montagna, è stato scovolgente vedere monti cosi belli e colorati: credo che i paesaggi siano i più belli che abbia mai visto.
Ed anche i paesi,la gente,il cibo tutto molto bello...cosi tanto che posso da ora dirvi che sicuramente ci torneremo molto presto.
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